domenica 15 marzo 2009

Our Nature

Il Colosseo, si dice, è il monumento più visitato del mondo.
Io al Colosseo ci ho vissuto per più di due anni e, anche se non conosco il restante 99% dei monumenti del globo, posso dire che non ho mai visto posto così tanto incasinato.
Oggi leggo un bellissimo pezzo sul sito di Repubblica che denuncia le carenze strutturali di tale patrimonio. Mi consola sapere che ogni tanto qualcuno sputa merda su queste assurdità, che purtroppo dimostrano quanto gli stereotipi dell'Italia all'estero abbiano un serio fondamento. Per anni ho provato una rabbia sconsiderata verso quel caos balordo e cafone a cui assistevo ogni giorno. Impotente risalivo via dei Fori Imperiali con un “vaffanculo” stretto fra i denti.
Manca tuttavia un paricolare nell'articolo suddetto, una questione che non viene mai presa in considerazione. Oltre alle file alla cassa e ai percorsi tortuosi e a rischio di morte, infatti, il simbolo dell'Italia è praticamente chiuso a disabili e anziani o a chiunque abbia problemi cardiaci particolari. Nessuno dice mai che, nonostante a Roma stiano costruendo due nuove linee di metropolitana, nonostante la fermata al Colosseo sia un covo di tutti i tipi di ristoratori e negozianti strozzini, nonostante tutto, mancano clamorosamente sia una cazzo di scala mobile che un minchia di ascensore. Se qualcuno sa di cosa parlo, allora saprà pure che almeno 50 scalini separano quel tugurio dall'aria aperta. Avrò risalito quelle scale migliaia di volte e posso assicurare che spesso anche un non fumatore come me arriva alla meta con serie difficoltà respiratorie. E anche se non conosco il restante 99% delle fermate di metropolitana del globo, posso dire di non aver mai visto una simile barriera architettonica. E tutto questo nel luogo più remunerativo del turismo con marchio Italia.
Allora arrivo a chiedermi se è del tutto pazza l'idea di vendere parti del patrimonio artistico italiano a privati. Ok, è pazza, senza dubbio, ma un popolo che limita l'accesso alle proprie bellezze forse non è nemmeno degno di custodirle.


2 commenti:

  1. Caro Salvatore,
    il tuo scritto riapre ataviche questioni ed e' per questo che con piacere io, ci ritorno. La custodia delle nostre opere- giuridicamente chiamata conservazione- e' materia cosi' complessa che haime'non e' risolvibile nemmeno con l'intervento dei privati. Mi spiego:in Italia, per una semplice questione logistica, non sappiamo ancora l'entita' del nostro patrimonio. Numericamente non si ha un elenco completo delle opere artistiche, mobili e immobili. Quindi se pure si verificasse il sorpasso dell'etica in onore dell'estetica avremmo sempre lo stesso problema:l'economia in forma di risparmio privato o gettito fiscale, non e' in grado di generare risorse necessarie al mantenimento delle nostre richhezze. Cinicamente allora, la questione diventa quesito piu''ampio':se di patrimonio dell'umanita'si tratta, non e' il caso forse che tutta l'umanita' se ne occupi?

    millomich!

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  2. Ciao e bravo per la questione che sollevi, non posso che trovarmi d'accordo al 1000% con te. Con la tenue speranza che chi di dovere si svegli, un ciao affettuoso a presto.

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