venerdì 27 febbraio 2009

Mad World

Sono in palla con Prison Break. Quei due fratelli mi fanno venir voglia di farmi arrestare. Me li sogno addirittura la notte, mentre li aiuto a scappare per le strade del Sud Dakota.
Queste fisse però spesso mi provocano svalvolamenti cerebrali.
Sognare atti di fuga non aiuta certo la salute del mio sonno e più di una volta mi sono svegliato che ero una pezza. Quindi forse dovrei allentare la presa e dedicare quel tempo al training autogeno, anche se non ho mai capito cosa diavolo sia veramente. Dicono che rilassa e che va tanto di moda e che non c'è bisogno dello strizzacervelli se ne fai buon uso. Me ne parlava una mia amica che mi raccontava pure di quanto si stia appassionando alla prima serie di Lost. Non mi credeva quando le ho detto che tre puntate consecutive sono nocive. Forte del suo essere anche lei “autogena” si è fatta una bella risata. Poi ieri mi ha rivelato di aver sognato di essere stata sull'isola, anche se non ricordava con chi fra Jack e Sawyer. Dimostrazione che i serial tv, almeno loro, sono immuni al training.
Meno di un anno fa io non sapevo nemmeno cosa fosse una serie televisiva. Facevo lo snob e mi sembrava assurdo che ci fosse gente flippata che ne discuteva animatamente sbobinando a parole le puntate una dopo l'altra. Ora da fesso mi ritrovo a parlarne allo stesso modo ed il bello è che non me ne vergogno. Ma a dirla tutta non mi vergognavo neanche di essere fan di Cento Vetrine, anche se questa è un'altra storia.
L'abuso di telefilm provoca perciò alienazione e smarrimento onirico. E' come se nascosta sotto la trama visibile ci fosse qualche storia subliminale che unisce gli effetti speciali ad altri altamente stupefacenti.
Insomma sto scoprendo la potenza persuasiva dei media di cui per cinque anni ho sentito parlare a scienze della comunicazione. E allora mi sento pure soddisfatto, perchè dopo tanto tempo d'università qualcosa finalmente l'ho imparata con la pratica. 'Sta pratica che tutti si lamentano che non c'è e poi praticamente bastava che accendessi la televisione che mi sarei evitato tutte quelle lamentele.


domenica 22 febbraio 2009

Achtung!

Non esiste Parlamento europeo tanto telegenico quanto il nostro.Cicciolina, Veronica Pivetti, Vladimir Luxuria, Luca Barbareschi, Mara Carfagna sono solo alcuni dei personaggi che dallo spettacolo sono approdati nelle aule di Montecitorio. E non dopo il solito casting, ma semplicemente perchè noi li abbiamo eletti.
Gabriella Carlucci non fa eccezione. Dopo aver presentato il Festival Bar e Buona Domenica ha deciso di fare il salto atterrando nelle braccia generose di quel partito che si chiamava Forza Italia e ora è il PDL.
La Gabriellina nazionale è una che ha a cuore i diritti degli artisti e da tempo combatte contro lo scambio fraudolento di opere d'autore, comunemente conosciuto come peer-to-peer.
Già correlatrice della legge Urbani, che decreta sanzioni penali per chi scarica da internet roba protetta da copyright, Gabriella ora ha deciso che non è etico fare gli anonimi sul web (leggi).
Il progetto di legge che la bella bionda dalle labbra carnose sta preparando vorrebbe proibire di immettere nella rete contenuti senza una precisa indicazione di chi li sta diffondendo.
Per esempio se ora cominciassi a sparare insulti contro la nostra rappresentante parlamentare potrei teoricamente essere imputabile di reato. Ma siccome posto contenuti come Tone non sono direttamente colpevole, perchè chiunque potrebbe chiamarsi Tone e il gestore del servizio non può diffondere i miei dati, o almeno spero.
Perciò, cito punto informatico, “qualora si consideri l'anonimato una questione di generalità o di pseudonimi, ad essere coinvolti potrebbero essere i servizi che permettessero ai netizen di pubblicare contenuti senza richiedere alcun tipo di identificazione”.
Questo vale ovviamente anche per il peer to peer, già illegale, e per quei soggetti che come youtube consentono la diffusione di dati protetti dal diritto d'autore.
Tutto ciò ci tocca da vicino, in quanto blogger, in quanto scaricatori selvaggi e in quanto uomini minacciati da certe prospettive orwelliane.

Ed è bene che si sappia.

martedì 17 febbraio 2009

Runnin' Away

Mi capita spesso di sognare atti illegali.
Succede ad esempio che rubo qualcosa che nella vita reale nemmeno mi servirebbe e scappo come un cretino. Rubo di tutto, dai cioccolatini nel supermercato alle macchine lussuose. E me la do a gambe levate verso direzioni sconosciute. Poi vengo a sapere che mi cercano e all’improvviso cominciano i casini.
Entro in uno stato di panico da fuggitivo con la mia mente che crea immagini di me nascosto e spaventato a morte ché prima o poi mi troveranno. Sono ossessionato dalle tracce che potrei lasciare durante la fuga, preso da una mania di accerchiamento iper-paranoica.
Poi mi sveglio e, acciderboli!, non riesco mai a capire come andrà a finire.
Ho vagliato per questo una serie di motivi razionali atti a comprendere la causa di tutto ciò:

a) Da piccolo ero un ladro di talento. Il mio settore era quello della cancelleria, ma rubavo anche caramelle, frutta, uova, addirittura adesivi. Poi un giorno al supermercato mi accorsi che qualcuno mi seguiva sospettoso. Feci caso che davanti alle porte scorrevoli c’era un tipo della sicurezza e 1 più 1 faceva “beccato”. Smisi immediatamente di frequentare quel posto.

b) Uno dei pettegolezzi preferiti da mia nonna riguardava quei conoscenti che erano stati beccati con le mani nel sacco. Li dipingeva come dei poveracci, gente senza pudore derisa dall’intera comunità.

c) Una volta durante uno dei tanti mercatini comunali, mio padre, che di mestiere fa il commerciante ambulante, riuscì ad accorgersi di una tipa che stava rubando dalla nostra bancarella. Lei cercò di scappare, ma sotto gli occhi di tutti papà la rincorse fino a prenderla. La sbatté per terra e con gli occhi infuocati di rabbia le gridò contro anni di frustrazione da derubato. Poi riprendendosi ciò che era suo la lasciò andare.

d) Potrebbe essere colpa delle due puntate consecutive di Prison Break che ogni sera mi sparo prima di dormire.

Queste sono solo alcune ipotesi. Stratificate nel mio ipotalamo probabilmente contribuiscono ognuna a fare della mia attività onirica un thriller senza fine. A volte, ahimè, più interessante della stessa realtà.
Ora però sono curioso di sapere cosa ruberò stanotte.
Quindi metto Runnin’ Away di Sly and The Family Stone e sogni d’oro.



sabato 14 febbraio 2009

Kill The Director

Una palla a moduli intercambiabili con un perno al vertice che tiene unito il tutto. Lui dice che ci credono, pensa che funzionerà. Basta capire dove potrebbe essere venduta. Abbassiamo il prezzo di quello, riduciamo i costi di quell'altro, mandiamo in Cina e il gioco è fatto, dice.
Lanciamo la palla, dice. 
Poi comincia a parlare di Halloween, di San Valentino e di squadre di calcio. Ad ogni occasione c'è la palla giusta. La palla modulare e personalizzabile.
Solo che si parla di una palla che termina proprio come una palla di Natale e ha la forma di una palla di Natale, penso io. Come la vuoi vendere a febbraio una cosa così, che sembra e alla fine è una palla di Natale?
Ma il tipo è veramente convinto e gesticola, sfoglia la sua presentazione e fa strani rumori con il naso. Ho paura che dalle sue narici uscirà qualcosa tipo caccola, ma per fortuna non succede.

La mettiamo in una confezione tipo quella dei dvd, smontata e vedrai che alla gente piacerà rimontarla come un ovetto.
E' talmente convinto che mentre me ne parla gli vengono le idee.
Riempiamo la palla con qualcosa, la facciamo suonare tipo scatoletta di carne simmental che fa la mucca, la facciamo sorridere di gusto, piangere, fare gli auguri, cantare, bla bla bla bla.

Poi il vuoto.
Ricordo solo i movimenti autistici della mia testa e parole, tante parole.
Fino a quando la mia attenzione si ferma su un “NON RETRIBUIAMO”.

Come da catalogo, la palla era tutta per me. Una palla costruita a misura, coi capelli ricci e povera. Una palla per farmi lavorare aggratis e poi sbattermi a vendere le loro palle a qualcun altro.
Ho detto no, è ovvio, ma che palle!


mercoledì 11 febbraio 2009

Pumping On Your Stereo

Come diceva un politicante del mio angusto paese, "mi allego a quanto precedentemente detto", segnalando un post che parla di Radio Flo, pubblicato oggi sul blog aziendale di Queimada, importante agenzia di comunicazione con sede a Roma (http://www.queimada-agency.com/brand_care_blog/2009/02/11/radio-flo-come-mettere-su-una-web-radio-e-vivere-piu-o-meno-in-armonia-con-il-cosmo/).

Radio Flo sta diventando un piccolo caso e giorno dopo giorno stiamo toccando con mano i segni evidenti della sua evoluzione.

Noi siamo quasi commossi da questo sostegno e perciò non finiremo mai di ringraziare tutti quelli che ci seguono.
Continuate così ragazzi, la nostra forza siete voi!

domenica 8 febbraio 2009

Radio Flo ---> www.radioflo.tk

Aristotele diceva che non è possibile non comunicare. Ogni gesto, ogni mossa, ogni atteggiamento, trasmettono a volte più di qualsiasi parola che potrebbe uscire dalla nostra bocca o dalle nostre penne. Non posso certo dargli torto, sarebbe da matti mettersi contro Ari. Ma quel buontempone non poteva certo immaginare internet. O magari gli sarà passato per la mente come un flash dopo una bella bevuta di siero d'uva, durante un convivio con i suoi amici mattacchioni dalla barba lunga. Ma l'avrebbero preso per pazzo, e siccome aveva la sua immagine aristotelica da tutelare avrà lasciato perdere l'idea.
Quindi oggi la questione è più complessa. Di modi per comunicare ce ne sono addirittura troppi e siccome troppi sono anche quelli che li usano, allora diventa tutto più difficile.
Noi di Odelay (www.odelays.blogspot.com) da tempo ci sforziamo di venir fuori e dire o, meglio, comunicare la nostra opinione, intelligente, ignorante, appariscente, timida, scandalosa o banale che sia. Da tempo ci sforziamo di esserci.
Tutta questa premessa per dire che i miei compagni di vita e io da circa due settimane ci siamo un po' di più. Per dire che i nostri sforzi si sono trasformati in una radio tutta nostra, Radio Flo.
Cosa vogliamo comunicare? Noi stessi, è ovvio. Ma anche un sacco di musica di qualità, attualità, divertimento e, proprio come nei migliori slogan, tanto altro ancora!
Da amanti della cultura libera e della comunicazione via etere, per anni ci siamo battuti con lo scopo di avere voce, una porzione di spazio nella calca delle frequenze. Internet ci ha dato finalmente quest'opportunità e noi ripagheremo il favore con tanta passione e impegno.
Radio Flo è basata sull'interattività con gli ascoltatori, che grazie agli strumenti di messaggistica istantanea possono diventare parte integrante dei programmi in palinsesto.
Il mio spazio si chiama “Abbassa Voce”e va in onda dalla domenica al giovedì, dalle 22 alle 23 e 30. Compagno di microfono è il mio amico Brasi. Trasmettiamo dalla mia stanza e quindi siete tutti invitati a farci un salto.

Stay tune!

martedì 3 febbraio 2009

Blindsided

A non far nulla, finisce che non voglio più far nulla.
Pochi giorni senza far niente e tutta la mia voglia di conquistare il mondo, tutte le mie ambizioni eroiche, tutto il mio spirito combattivo sono stati coperti da una coltre opaca di pigrizia.
Pochi giorni e l'ozio si è steso tacito nelle mie giornate, crescendo rigoglioso nelle ore che scorrono lente. Inesorabile mi ha conquistato e io mi ci sono accomodato senza far storie. Peggio di un lavoro che assorbe il tempo libero, peggio di una routine da paese di provincia. La pigrizia logora le mie sinapsi, rallenta i miei riflessi.
Lei risiede nelle mie ciabatte, rinvigorisce il mio pigiama in pile. Serrata in camera consuma la mia aria, mi inebria coi suoi odori. E io la respiro senza oppormi.
Provo a respingerla, ma lei mi stordisce. E l'ozio è suo figlio, simile nell'aspetto, ma differente nel carattere.
E leggo e penso. E penso e leggo. E leggo e ascolto. E ascolto e penso.
Provo a vestirmi, ma mai per intero. E aspetto che qualcosa arrivi a salvarmi da questa prigionia casalinga. Ma sarà troppo tardi per non provare il dolore dell'addio.

domenica 1 febbraio 2009

Play With Fire

Negli ultimi giorni facendo zapping ho spesso incrociato la faccia di Carla Bruni. Madame Sarkozy è una che non ha problemi a sputare il suo catarro profumato contro l’Italia, e più volte ha dichiarato il suo orgoglio di vivere in Francia proprio per sottolineare quanto a parer suo siamo messi male. Non le do certo torto, essendo io stesso un esterofilo convinto. Quello che non capisco però è perché lei continui ad apparire nelle nostre trasmissioni e ancor peggio perché noi continuiamo ad imbottirla di denaro leccandole i piedi, pur essi profumati. Premettendo che è una bonazza da paura e che se potessi passerei la vita a leccarle le estremità, qui mi riferisco più che altro all’abitudine tutta nostra di adorare tutto quello che richiama al Made in Italy, persone o fatti o cose o pasta-e-mandolino che siano. Basta che il termine Italia esca dalla bocca, curriculum o addirittura certificato di nascita di uno straniero “che conta” e noi lì a stendere tappeti e redigere rassegne per ogni cazzata che ci riguarda. E’ ovvio che soffriamo di un complesso di inferiorità intellettuale e siamo alla continua ricerca di conferme.
La mia esperienza mi insegna che fuori dai confini l’italiano rappresenta il buffone della situazione, quello capace di far ridere, ma incapace di tener testa a qualsiasi tipo di situazione che richiede un minimo di serietà. O quello generoso e gentile, che ti serve da mangiare e ti porta a passeggiare in piazza. Insomma un trastullo per il tempo libero, da utilizzare a proprio piacere o convenienza. Carla Bruni è l’esempio perfetto di questo immaginario diffuso.
E sarò monotono, ma mi saltano i nervi se penso a Fazio che le fa da tappetino su quello che è anche il mio servizio pubblico. So bene anche che tutti adorano Madame catarro-e-piedi-profumati e una così vuol dire share e ritorni pubblicitari. E so anche che se fosse un cesso tutti la odierebbero.
Ma nel frattempo tutti ci ridono in faccia e noi da ebeti pensiamo di essere simpatici.
Simpatici e basta però.