martedì 30 dicembre 2008

OST 2008

Questo 2008 moribondo è stato forse l’anno in cui più che mai ho fatto uso di pillole musicali per curare le mie giornate. Ho quindi deciso di stilare una classifica dei dieci pezzi che mi hanno aiutato di più.
Vi auguro buon ascolto e un fantastico 2009!


10. Probabilmente - Fitness Forever
9. Bad Kids - Black Lips
8. The White Lady Loves You More - Ellioth Smith
7. Do You Fool Bloom? - Thousands Millions
6. Backfire At The Disco - Wombats
5. Pork & Beans - Weezer
4. Neanche Un Minuto Di Non Amore - Lucio Battisti
3. Me - Erykah Badu
2. Book I Write - Spoon
1. God Only Knows - The Beach Boys


sabato 27 dicembre 2008

This Time Tomorrow

27 Luglio 2008 - Lascio Roma e non so per quanto tempo stavolta.
Arrivai qui quattro anni fa carico di paure e di scatole traboccanti di cibo della nonna.
Era il gennaio del 2005 e trovai casa a Centocelle sulla strada del Forte Prenestino. Spaesato continuavo a fare associazioni fra il mio paese e l’enormità della città. Poi fui rapito da una berlinese e tutto iniziò a girar bene. Con una donna accanto Roma diventò meravigliosa, ma ero consapevole che i conti con quel delirio metropolitano erano solo rimandati. Così decisi di evitare l’ostacolo e andarmene Berlino, ma la cosa con la tipa finì nel cesso e fui costretto a virare verso Monaco di Baviera. Mio malgrado tornai dopo sei mesi meravigliosi in una giornata piovosa di marzo. Dalle stalle di Via Delpino, trovai una casa a cinque stelle al Colosseo. Fu un anno e mezzo di momenti infinitamente belli alternati ad altri profondamente dolorosi. E la pesantezza del passato mi portò di nuovo a scappare alla volta di Vienna. Tre mesi dopo sentivo in qualche modo la mancanza del Colosseo e un ottimo lavoro fu l’occasione giusta per tornare.
Ora per l’ennesima volta ho bisogno di ricominciare dal qualche altra parte. So che da lontano penserò che tutto questo mi manca, ma da vicino posso affermare che non mi mancherà proprio niente. Perché Roma è così, la odi quando ci sei, ti manca quando sei via.

Così recita una targa: “Qui visse Squagghiatone, in Via San Giovanni in Laterano 28. Qui lasciò Pinella, due Domenico, Sergio, Diego, Raffaella, Andrea, Simona, Lucrezia, er Papero, er Piaga, er Bambarano e tutti quelli che passarono da queste stanze”.

Dato il momento credo che This Time Tomorrow dei Kinks sia perfetta. Ciao bella!


mercoledì 24 dicembre 2008

Who Loves The Sun

15 Luglio 2008 - Oggi la mia coinquilina Pinella festeggerà il suo compleanno. L’anarchica Pinella, come la chiamo io, è una delle donne che stimo di più. Infermiera in un reparto di terapia intensiva per bambini, Pinella è una donna forte, la più forte che conosco. E Pinella ha la passione per le motociclette, una biker in camice ospedaliero.
Per il suo trentesimo compleanno ha deciso di portare mezza Roma nel suo paesino sperduto fra le campagne campane. Questo significa che dovrò prendere uno di quei regionali di ferro battuto e raggiungere Diego e Raffaella a Sonnino, un presepe arroccato sui monti laziali. Da lì partiremo in direzione anarchica.
C’è grande attesa perché la maggior parte degli amici di Pinella sono proprio come Jack Nicholson e Peter Fonda in Easy Riders. Quasi tutti hanno costruito la propria moto da sè e tutti soffrono di una sorta di ipocondria traslata per cui ogni rumore strano che proviene dal proprio motore è motivo di ansie ingiustificate. Imbardati di giubbotti di pelle pieni di coccarde, a vederli sembrerebbero dei metallari. Un po’ lo sono in realtà e come la maggior parte dei metallari che ho conosciuto fanno morire dalle risate. Er Papero per esempio. Uno che fa il rappresentate della Coca-Cola di giorno e di sera spadroneggia sulla casilina. Er Bambarano, tecnico di laboratorio in un liceo che racconta di viaggi epici in Norvegia e alla domanda “come ci sei andato?” risponde “io non ce l’ho la macchina!”. Er Faciolo, che se fosse costretto a prendere l’auto per un guasto alla moto ha ammesso che non saprebbe come vestirsi. Er Piaga, campione di freccette da pub e noto per le sue doti innate di rompi-coglioni. E così via.
Grande attesa quindi perché casa-Pinella sarà come andare ad un raduno dove non la si finirà più di bere e voleranno racconti degni dei migliori cantastorie del secolo.
A Pinella dedico Who Loves The Sun dei Velvet Underground. Auguri anarchica!


lunedì 22 dicembre 2008

Every Day Is Like Sunday

13 Luglio 2008 - Avevo dimenticato quanto fosse penoso cercare un nuovo lavoro. Avevo lasciato da parte quelle strane sensazioni che mi prendono ogni volta che leggo un annuncio.
Tutti uguali, generici, tristi, gli annunci di lavoro. Per non parlare di quei siti che mostrano anche il numero dei partecipanti all’offerta. Una volta per un lavoretto da quattro soldi in un’azienda anonima c’erano più di 800 richieste. Ridicoli.

Ed è così che chiudo gli occhi e mi vedo in un ufficio di qualche città sperduta tra gente che non mi piace, chino sulla tastiera, solo. Questa è l’immagine che mi danno ‘sti annunci di lavoro. Brutti proprio.
Oggi poi è una domenica grigia, di quelle che cantava Morrisey. Every day is like Sunday, every day is silent and grey, così diceva. Oggi è un giorno da mezza stagione, di quelle che non ci sono più. Una domenica da annuncio di lavoro, oggi.
‘Affanculo il lavoro.

giovedì 18 dicembre 2008

Coffee & Tv

29 Giugno 2008 - "La mela, le pere, le banane, le carote, la cipolla..signora!".
Guardo l’orologio: sono solo le otto. Chi doveva rompermi i coglioni alle otto di mattina? Il fruttarolo Marco. Maledett’a te fruttarolo! Te e il tuo apicello che va ancora a miscela!

Vabbè. In piedi.
Mia madre è seduta in cucina. Accanto a lei un pacco di biscottini al burro e una busta di latte fresco mi guardano. Dalla dispensa una ciambella allo yogurt mi sorride e accende le mie papille gustative. Ma sono in piedi da due minuti è ho ancora la panna negli occhi e un millepiedi morto in bocca. Mia madre mi fa: “ti vanno pennette pomodorini e salmone oggi?”. Bella mamma! Non se lo toglierà mai questo vizio bastardo di rovinarmi le colazioni. Io speravo in un dolce risveglio che mandasse via quel maledetto millepiedi e lei mi parla di salmone alle otto di mattina.
La guardo e non rispondo. Saluto i biscottini, il latte e la ciambella, rimetto la panna negli occhi e me ne ritorno a letto.
Ho messo Coffee and Tv dei Blur. I denti me li lavo tra cinque minuti.


martedì 16 dicembre 2008

Dance With Me

21 Giugno 20008 - Caldo, ma questo si sa. Una bella granita color limone o un gelatone dai toni alla frutta ci vorrebbe. Il gusto qui è un optional che costa e mi serve qualcosa che abbia almeno l’aspetto rinfrescante.
Sono le sei del pomeriggio, ma qui in casa è sera da stamattina. Finestre sigillate e persiane chiuse: questa la formula di Domenico per combattere il caldo. Domenico è il mio compagno di stanza. Dice che non ha chiuso occhio e si è steso sul pavimento per stare al fresco, ma con un bel piumone sotto le chiappe. Che cazzo di senso ha? Ma Domenico è così, è pazzo. A pranzo mi ha chiesto cosa ne pensavo di uno jogurt in freezer. Soffre il caldo, poverino.
Io avrei bisogno di socializzare, di uscire dal mio guscio, come dice Bugo, ma proprio non ce la posso fare. E’ da quando sono sveglio che non apro bocca tranne che per ruttare e non credo la gente lo apprezzerebbe. Quindi preferisco starmene qui nel crepuscolo e aspettare che qualcuno magari bussi alla mia porta. Risponderei ruttando, ma almeno non me la sono cercata.
Adam Green intanto canta Dance with me. Buon estate a tutti!


lunedì 15 dicembre 2008

Minor Detail

12 Giugno 2008 - Oggi mi sento soddisfatto. Non mi capitava da tempo ormai, ma oggi ho tanti attimi di soddisfazione. Non so spiegarlo bene perché è una cosa che mi prende nella pancia, un senso di benessere che parte da dentro. Comunque sia mi sento soddisfatto.
E’ arrivato il mio amico Brasi stamattina, è arrivato alle sei. Lui vive a Bologna. Ha preso quel treno che parte all’una di notte e per arrivare a Roma ci mette quattro ore. L’ha preso per risparmiare, dice. Io quello stesso treno l’ho preso una volta e non lo scorderò più. L'abbiamo preso Simona ed io, e anche noi per risparmiare. Ero andato a Bologna per far sistemare una chitarra che avevo comprato da poco e con l’occasione le volevo far vedere la città. Era luglio e faceva un caldo che lo si poteva quasi toccare, di quello che viene su dall’asfalto e ti si appiccica alle scarpe. Poi arrivò mezzanotte. La stazione di Bologna ha sempre un’atmosfera surreale a quell’ora e si aggirano tipi che sembrano usciti dal film I guerrieri della notte. Il treno arrivò con soli quattro vagoni, pieno zeppo di gente nei corridoi e puzza di salame degna di una salumeria abbandonata. Fu un viaggio massacrante, uno dei più brutti di quel quarto di vita che ho trascorso sui treni.
Anche Brasi è arrivato esausto e dopo due chiacchiere ci siamo messi a dormire. Ho aperto la brandina accanto al mio letto col sole che ormai batteva sulla finestra e mi sono ricordato di quella volta che ero andato a Bologna per far sistemare una chitarra.
Ora avrei proprio voglia di ascoltare Minor Detail di Sondre Lerche. Ora che sono soddisfatto.


domenica 14 dicembre 2008

Wish You Were Here

7 Giugno 2008 - Ho preso un po’ di vecchi dischi e li ho sparsi sul letto. I miei dischi sono la mia vita fin qui. Ricordi ed emozioni che si intrecciano.
Avevo 15 anni quando mio padre comprò lo stereo col lettore cd e io con i primi soldini andai a comprare subito un disco. Mandavano per radio un pezzo dei Metallica che mi piaceva tanto, quindi comprai l’album dei Metallica dove c’era quel pezzo. L’ho perso quel disco, chissà a chi l’ho prestato, ma da quel momento la mia vita cambiò. Ricordo i pomeriggi interi attaccato alle casse con la mia chitarra immaginaria. Muovevo le mani alla cazzo, fantasticando. Mi vedevo coi capelli lunghi, gli anelli alle dita e i mega amplificatori alle spalle. Mi sentivo una specie di metallaro, ma solo dentro perché fuori vestivo Benetton.
Lo stereo a palla e dopo due settimane si ruppero le casse. Ricordo un pugno sulla schiena. Mio padre non la prese bene. Come dice Giorgio “è mussica metallica” e forse non era per me.
Poi comprai un disco dei Pink Floyd e una chitarra da 100 mila lire. E la mia vita cambiò di nuovo.
Ora ascolto Wish you were here proprio come dieci anni fa e rimetto a posto i dischi.


sabato 13 dicembre 2008

All Summer Long

4 Giugno 2008 - Ma pensa te. Ormai lo dico sempre: ma pensa te. Roma lascia le sue tracce perfino nelle mie parole. Ma pensa te!
Certi giorni però la respiro proprio bene, Roma. La odio, sia chiaro, la odio sempre, ma in certi attimi me la sento proprio bene.
Oggi per esempio. Dalle grate dell'ufficio ho guardato il verde del Circo Massimo e ho annusato la primavera. Poi mi sono girato e davanti a me c’era il culone di Carla, piegata sulla scrivania. Un culo da 27 pollici e addio primavera. Pensa te 'sti dipendenti comunali che si lamentano di farsi il culo, ho pensato.

Ma stasera parto, mi sono detto. Mando a cacare tutti e mi faccio un fine settimana in mutande da mare. Torno lunedì, con la sabbia tra le unghie dei piedi e le mani sporche di calippo. Torno con le chiappe mezze abbronzate. Deciso.
E’ già partita All summer long dei Beach Boys ed ecco che arriva uno di quegli attimi di cui parlavo.


I'm So Tired

3 Giugno 2008 - Stamattina sono uscito che pioveva. Roma quando piove prende l’odore dei treni, un misto di ruggine e sudore. Di solito esco da casa assonnato e la puzza mi schiaffeggia, ricordandomi in che sorta di posto mi trovo. Faccio un bel respiro, muoio un po’ e mi dirigo verso la fermata dell’85. Ogni giorno è come se fosse il primo. Vedo le stesse facce, sento gli stessi rumori, parlo con le stesse persone, ma è sempre come se fosse la prima volta. Questo io lo chiamo disadattamento. Sono un disadattato, eterno disadattato nella città eterna.
Sono salito sull’85 e neanche il tempo di timbrare che la signora dietro mi fa: “che, scende aha prossima?!”. La guardo e mi vado a sedere. Anche questo mi succede ogni mattina, ma è assurdo come se fosse la prima volta. Perché Roma è assurda e io non ce la faccio ad abituarmici.
Ho messo le cuffie alle orecchie e ho scelto I’m so tired dei Beatles. Fuori dal tempo, fuori da 'sta città.